Il 7 luglio 2019 rimarrà negli annali della produzione vinicola, con la proclamazione delle colline di Conegliano-Valdobbiadene a sito che rientra nel patrimonio Unesco come “paesaggio culturale”, un paesaggio modellato da un’interazione uomo-ambiente in continua evoluzione. Le stesse colline dove grazie all’esercito di lavoratori e all’amore per la propria terra, nasce il Prosecco.
Trenta chilometri di colline, chiamate rive in dialetto, che si snodano tra Conegliano, ad un’ora da Pordenone, e Valdobbiadene: versanti ripidissimi coperti di vigne, dove il lavoro manuale è ancora prevalente proprio per la posizione in verticale di questi terrazzamenti e che sono stati una delle motivazioni di questo ambitissimo riconoscimento.
Già nel 1966 fu inaugurata la strada dei vini e del prosecco dei colli Conegliano Valdobbiadene proprio per mettere in risalto il paesaggio così particolare e capace di regalare emozioni percorrendolo. Che sia in auto, in bici o a piedi, osservare il lavoro dell’uomo che ha saputo integrarsi nel paesaggio, rendendolo unico, è emozionante.
Non a caso la commissione Unesco si è espressa circa le motivazioni in questo modo: “I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. E’ grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all’amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l’uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame è uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra”.
Riconoscere che la produzione di vino, in questo caso il prosecco, abbia contribuito a far risaltare un territorio nella sua bellezza è motivo di orgoglio per l’intero mondo della viticoltura.