Formare adeguatamente gli enologi e comunicare i valori del vino al consumatore, per innalzare il livello del prodotto all’eccellenza e proiettarsi nel futuro. In questo articolo riportiamo alcune considerazioni del professor Attilio Scienza, esperto internazionale di viticoltura, sull’importanza di un’enologia moderna per il settore vitivinicolo italiano.
L’enologia in un mondo che cambia: gli elementi immateriali
Il mondo cambia, la società si trasforma ed il vino non si sottrae a quei fenomeni che coinvolgono l’intero universo dei consumi. Se in passato il consumatore fondava le sue scelte sulle pulsioni dell’ego per differenziarsi dagli altri, oggi è guidato da fenomeni di emulazione.
Per molti bere vino significa oggigiorno ritornare ad un luogo dimenticato, celebrare una memoria, rinnovare una fraternità, rifare un’esperienza di comunità.
Per passare dalla qualità all’eccellenza occorre dunque presentare non solo il prodotto, ma anche il produttore e le modalità di produzione. La qualità di un vino (misurata sensorialmente) per raggiungere l’eccellenza deve essere addizionata di quei valori immateriali che non risiedono nel vino, ma nello spirito e nell’umanità di chi lo ha prodotto e nel rapporto con l’umanità di chi lo beve.
Credibilità e affidabilità del produttore
I primi elementi immateriali che il consumatore percepisce sono la credibilità e l’affidabilità del produttore. Per riuscire a dare alla viticoltura italiana un nuovo futuro che non sia rappresentato da vini da pochi centesimi alla bottiglia, dobbiamo concentrare l’attenzione sulla formazione degli enologi e la comunicazione dei valori del vino. Queste due risorse sono curiosamente accomunate dagli effetti dell’applicazione di un’antica sapienza, l’ermeneutica, intesa come arte dell’interpretazione, atteggiamento efficace per comprendere le cose nel loro senso e per avere un rapporto corretto nei confronti dei fenomeni e, nel caso del vino, dei legami tra tradizione e modernizzazione.
Il ruolo dell’enologo nella comunicazione del valore del vino
L’ermeneuta in questo caso è l’enologo, che diventa interprete quotidiano dei cicli naturali della vite e dell’evoluzione del vino nella sua cantina, prevedendone il percorso sensoriale e attendendo il compiersi dei fenomeni biologici, senza le accelerazioni e i bruschi cambiamenti che la tecnica talvolta suggerisce.
Attilio Scienza, riflessioni dal 71esimo Congresso Nazionale di Assoenologi del 2016.
La 72esima edizione del Congresso nazionale di Assoenologi si terrà dal 17 al 19 novembre presso la Leopolda, a Firenze. Il tema portante dell’appuntamento del 2017 sarà “Le scienze della sostenibilità del vino”. Ulteriori informazioni su www.assoenologi.it