Il professor Attilio Scienza, presidente del Comitato Scientifico di Rive 2017, ci racconta un esempio di collaborazione virtuosa tra mondo universitario e produttivo. Un incontro che ha portato alla distribuzione dei portinnesti serie M, resistenti alla siccità e al calcare.
Di Attilio Scienza. SECONDA PARTE. Qui la PRIMA PARTE.
I portainnesti arrivano in vigna grazie alla società Winegraft
L’ultimo anello della catena, che ha portato i portainnesti nelle mani del viticoltore, è stato posto con la costituzione di una società, la Winegraft, i cui membri sono 9 primarie aziende vinicole italiane, che rappresentano tutte le regioni, una società di supporto alla viticoltura ed una banca. I firmatari sono: Ferrari, Zonin, Banfi, Armani, Due Palme, Magistravini, Bertani Domains, Castellare, Sette Soli, Bioverde e la Banca del Veneto.
I diritti commerciali sui nuovi portinnesti sono esercitati da uno spin-off dell’Università di Milano, l’IpadLab, con sede presso il Parco Tecnologico lombardo di Lodi. L’ente ha ricevuto l’incarico di monitorare la sanità e la corrispondenza genetica delle barbatelle prodotte con i nuovi portinnesti.
I Vivai VCR (Vivai Cooperativi Rauscedo) sono stati scelti per la creazione dei campi di piante madri dove prelevare il materiale per la moltiplicazione e per la successiva commercializzazione in tutto il mondo. Con le royalty che deriveranno dalla vendita delle barbatelle, sarà garantita la continuazione del progetto di miglioramento genetico dei portinnesti.
Considerazioni finali sul progetto
A margine di questo risultato è necessario fare alcune considerazioni.
Il significato dell’iniziativa va al di là del mero risultato economico, perché rappresenta il primo esempio concreto di sviluppo di un progetto che comporta concrete ricadute economiche dall’industria enologica italiana a favore dell’Università. Ci auguriamo che non rimanga un caso isolato.
Vanno citate però le difficoltà incontrate a livello burocratico per stabilire un rapporto di reciproco interesse tra Università ed aziende private. Siamo certi che l’esperienza fatta potrà servire ad altri per arrivare più rapidamente al risultato.
Un’ultima considerazione riguarda il valore e la passione delle persone, giovani imprenditori che appartengono all’UIV, che nonostante le difficoltà non hanno mai disperato di arrivare alla conclusione di questa iniziativa. Nelle loro mani sono riposte le sorti della nostra viti-enologia: se affronteranno i problemi del settore con questo spirito, il nostro futuro sarà più roseo.
Attilio Scienza